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Esopo

 

L’UCCELLATORE E LA PERNICE

Un uccellatore, essendo giunto da lui un ospite a sera tarda e non avendo nulla da imbandirgli, si volse alla sua pernice addomesticata e stava per ucciderla, quando questa cominciò ad accusano d’ingratitudine, perché intendeva ammazzarla, dopo esser stato tanto aiutato da lei che attirava gli uccelli della sua razza e glieli consegnava. “Ma questa “, disse lui, “sarà una ragione di più per sacrificarti, se non risparmi nemmeno i tuoi fratelli!”

   La favola mostra che chi tradisce i suoi familiari, non acquista solo l’odio delle vittime, ma anche quello di chi si giova del suo tradimento.

 

LA GALLINA E LA RONDINE

Una gallina trovò delle uova di serpente e si mise a covarle con cura, finché, a forza di covare, riuscì a farle schiudere. La rondine, che era stata a guardarla, le disse: “Ma perché, stolta, vuoi allevare degli esseri che, appena adulti, cominceranno a far del male a te per la prima?”.

   La perversità è incorreggibile, anche se è fatta segno ai più grandi benefici.

 

 

LA GALLINA DALLE UOVA D’ORO

Un tale possedeva una bella gallina che faceva le uova d’oro. Pensando che avesse un mucchio d’oro nelle viscere, egli la uccise, e trovò che dentro era fatta come tutte  le altre galline. Così, per la speranza di trovar la ricchezza tutta in una volta, restò privo anche del suo modesto provento.

   Contentatevi di quello che avete e guardatevi dall’essere insaziabili.

 

IL RAGAZZO CHE FACEVA IL BAGNO

Una volta un ragazzo che faceva il bagno in un fiume stava per affogare. Vedendo uno che passava di là si mise a chiamarlo, che lo aiutasse. Quello cominciò a fargli rimproveri per la sua imprudenza. “Ma salvami, adesso” gli disse il fanciullo. “Poi, quando m’avrai salvato, farai la predica”.

   Questa favola si applica a coloro che offrono spontaneamente lo spunto agli altri per offenderli.

 

IL DEPOSITARIO E IL GIURAMENTO

Un tale aveva ricevuto un deposito da un amico e contava di non restituirglielo. E poiché l’amico lo invitava a prestar giuramento, a buon conto, partì per la campagna. Giunto alle porte della città, vide uno zoppo che stava per uscirne, e gli chiese chi fosse e dove fosse diretto. Quello rispose che era il Giuramento e che andava a punire gli spergiuri. Allora egli gli domandò quanto tempo stava, di solito, prima di tornare in una città. “Quarat’anni; qualche volta anche trenta”, rispose l’altro. Dopo di ciò, senza esitare, l’uomo prestò giuramento, affermando di non aver mai ricevuto quel tal deposito. Ma si trovò addosso il Giuramento, che lo condusse con sé per buttarlo giù da un precipizio. L’uomo protestava perché, dopo avergli dichiarato che ritornava ogni trent’anni, non gli aveva lasciato nemmeno un giorno di respiro. “Devi sapere”, gli rispose il Giuramento, “che, quando mi si vuol provocare, allora ho l’abitudine di tornare anche in giornata”.

   La favola mostra che non ci son date fisse per la vendetta di Dio contro gli empi.

   

IL PASTORE E LE SUE PECORE

Un pastore aveva condotto le sue pecore in un bosco di querce. Vedendo un albero grandissimo carico di ghiande, stese a terra il mantello e andò sù, per scuoterne i frutti. Le pecore, mangiando le ghiande, senza accorgersene; gli mangiarono insieme anche il mantello. Quando il pastore fu sceso, avvedendosi del guaio, esclamo:  “Brutte bestiacce! fate la lana per i vestiti degli altri, e a me che vi dò da mangiare avete portato via anche il mantello”.

   Così molti uomini, per ignoranza, beneficiano degli estranei con cui non hanno nulla a che fare e si comportano villanamente con i loro familiari.

 

IL PASTORE CHE INTRODUCEVA IL LUPO NELL’OVILE E IL CANE

Un pastor, dentro l’ovil spingendo il gregge, insieme un lupo per poco non ci chiuse. Ma il cane se n’avvide. “Bravo!”, gli disse, “staranno bene, codeste pecorelle, se dentro un lupo ci metti in compagnia!”.

   La compagnia dei malvagi può procurare gravi danni  ed essere anche causa di morte.

   

LA PECORA TOSATA

Stavano tosando malamente una pecora. E quella disse a colui che la tosava: “Se vuoi della lana, taglia più in su; ma se desideri della carne, ammazzami una volta tanto e smettila di torturarmi a poco a poco”.

   La favola è adatta per coloro che fanno malamente il loro mestiere.

 

PROMETEO E GLI UOMINI

Obbedendo a un ordine di Zeus, Prometeo plasmò gli uomini e le bestie. Ma quando Zeus si accorse che le bestie erano molto più numerose degli uomini, gli ordinò di disfare un po’ di bestie per ridurle a uomini. Prometeo eseguì l’ordine. Ecco perché tutti coloro che la forma umana non l’avevano ricevuta originariamente, hanno corpo da uomo, ma anima da bestia.

   Ecco una favola buona per un uomo grossolano e bestiale.

 

LA ROSA E L’AMARANTO

Un amaranto cresciuto vicino a una rosa le disse: “Che splendido fiore sei tu. Ti desiderano gli dèi e gli uomini, ti invidio per la tua bellezza e per il tuo profumo”. “O amaranto”, gli rispose la rosa, “io non vivo che pochi giorni e anche se nessuno mi recide, appassisco; ma tu fiorisci e vivi sempre così, in perenne giovinezza”.

   Meglio durare a lungo, contentandosi di poco, che, dopo sfarzo, mutar sorte o magari morire.

 

 
 
 

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