Home page

 
 
 
 
Home
Chi siamo
Costituzione Europea
Costituzione Italiana
Curiosità
Detti letti
Educazione alimentare
Erbe medicinali
Esopo
Euro
Fedro
Formula 1
Frasi celebri
Giochi di carte
Lingue
Matematica
Modi di dire  
Musica
Promessi Sposi
Proverbi
Pulire senza fatica
Sondaggio
Sicurezza in casa
Totò disse e...scrisse
Trucchi per videogames e non...
Link

 

 

Modi di dire: G

 

gli assenti  hanno sempre torto

Massima di origine francese, interpretabile in due sensi, che d’altronde si completano a vicenda. Non bisogna appartarsi e disinteressarsi delle questioni che ci riguardano, perché si corre il rischio di trovarsi posti di fronte a un fatto compiuto a noi sfavorevole. Ed è facile, ma poco onesto, addossare tutte le colpe a chi, assente, non è in grado di difendersi.

 

gaffe (pron. “gaf”)

Francese. Fare una gaffe significa avere una uscita inopportuna e imbarazzante, di proposito o più spesso inavvertitamente, per mancanza di sensibilità. E gaffeur viene detto chi è solito commettere di queste indelicatezze.

 

guàrdati dalle idi di marzo

Classica citazione con la quale si mette in guardia qualcuno contro un pericolo che lo minaccia a breve scadenza, alludendo all’avvertimento dato a Cesare (secondo il racconto di Plutarco) da un indovino, affinché non andasse in Senato il giorno in cui fu ucciso.

 

gag (pron. “ghègh”)

Inglese: trovata comica, con speciale riferimento allo spettacolo cinematografico. La gag non è una “battuta”; non consiste in parole, ma in situazioni, in un gesto o in serie di gesti che provocano, per una reazione quasi fisiologica e automatica, la risata.

 

gagà

Si dice dello zerbinotto, dell’elegantone fatuo, leggermente sciocco e spesso squattrinato. Per la giovane donna, si usava gagarella. Ma in francese (gaga è parola francese) significa vecchio rimbambito, rammollito. Il tipo del gagà fu satireggiato dai giornali umoristici fra le due guerre mondiali.

 

galeotto fu il libro e chi lo scrisse

Il  celebre verso si trova in Dante (Inf., V, 137), nell’episodio dei tragici amanti Paolo Malatesta e Francesca da Rimini. Qui galeotto significa intermediario amoroso, mezzano, e si riferisce all’omonimo personaggio (del ciclo cavalleresco bretone) che per amicizia favorisce gli amori di Lancillotto con la regina Ginevra.

 

gallismo

Definizione ironica dell’esuberanza erotica vantata (ma non sempre posseduta in realtà) dal maschio italiano e meridionale in particolare. Il termine fu coniato dallo scrittore Vitaliano Brancati (1907-1954).

 

gap (pron. “ghèp”)

Inglese: apertura, vuoto, lacuna, divario. Questo termine è usato, anche troppo, per indicare il divario, la differenza di livello economico, tecnologico, sociale, eccetera, tra Paesi o gruppi umani.

gauchisme (pron. “gosism”)

Francese, letteralmente: sinistrismo. Nome collettivamente applicato in Francia ai movimenti politici della sinistra extraparlamentare. Gauchistes ne sono detti i membri.

geronte

Con i progressi della geriatria, gerontologia, gerontoiatria, si è fatto strada anche questo geronte, appellativo riservato scherzosamente, anche se un po’ irriguardosamente, agli anziani; equivale a matusa.

 

ghetto

Da qualche anno il significato di questo termine, che designava il quartiere ove in molte città d’Europa erano obbligati per legge ad abitare gli Ebrei (il primo ghetto fu istituito a Venezia nel secolo XVI), si è esteso a indicare quei quartieri in cui sono relegate, a causa della loro inferiorità economica o dei pregiudizi altrui, certe collettività. Si usa anche in senso non materiale: stato, volontario o coatto, di esclusione. Donde il verbo ghettizzare e il sostantivo ghettizzazione.

 

giubilare qualcuno

Metterlo a riposo da un impiego, ma più spesso vuol dire, in senso ironico, liberarsene, esautorarlo con l’artificio di una apparente promozione conferita per salvare la forma, conferire un titolo prestigioso ma al quale non si accompagna un potere effettivo.

 

giudizio di salomone

Spartizione rigorosamente equa di un bene; verdetto definitivo emesso secondo principi di equità e di giustizia. Espressione che si ricollega alla Storia Sacra. Racconta l'Autore sacro (1 Re 3,16-28) che si presentarono al Re Salomone due donne con un bambino piccolissimo, ancora in fasce. Ognuna sosteneva di essere la mamma del bambino e lo voleva per sé. Salomone si fece portare una spada e disse: "Dividete il bambino in due e datene una parte ciascuna". A quelle parole una delle due donne disse: "Va bene, così non sarà né mio né tuo". L'altra invece diceva tra le lacrime: "Date il bambino a lei, io ci rinuncio, basta che lui viva!". Allora Salomone concluse: "Date il bambino a quest'ultima, la vera madre è lei".

 

glissare su un argomento

Francesismo (da glisser, letteralmente: scivolare) raffinato e inutile che significa: sorvolare, minimizzare, abbandonare un argomento che con ogni probabilità causerebbe imbarazzo o malumore. Spesso è usato direttamente il francese glissons!, con valore esortativo.

 

G-man (pron. “gi mèn”)

Inglese: uomo del governo; plurale G-men. Nomignolo con cui sono noti, grazie anche a tutta una letteratura avventurosa, gli agenti del famoso F.B.I. (Federal Bureau of Investigation, “Ufficio Investigativo Federale”), corpo di polizia statunitense dotato di speciali attribuzioni e formato da uomini assai bene addestrati.

 

gnòthi seautòn

Greco: conosci te stesso. Citata anche in latino (Nosce te ipsum), la massima era incisa sul frontone del tempio di Apollo a Delfi. Attribuita ai Sette Savi, fu presa da Socrate a fondamento della sua filosofia; essa esorta ad approfondire la conoscenza di sé e a riconoscere, di conseguenza, i limiti propri dell’uomo.

 

go-go, a - (pron. “gogò”)

Dall’inglese to go, “andare”. A profusione, senza sosta, con giovanile esuberanza e vivacità. E’ usato talvolta nella denominazione di certi locali con clientela prevalentemente giovane e con allusione al forte consumo di bevande alcoliche. Si potrebbe anche tradurre “a garganella”. L’espressione deriva dall’antica parola francese gogue, che significava “allegria, abbondanza, esuberanza”.

 

golden boy (pron. “gòuldoen bòi”)

Inglese: ragazzo d’oro. Lo si dice di certi giocatori di calcio (la definizione fu coniata per il calciatore Gianni Rivera) con allusione un po’ alla loro bravura e più ai loro favolosi guadagni e valore di mercato.

 

goleada

Alla spagnola: ricca messe di goal segnati nel corso di una partita di calcio. Già usato da molti anni, il termine divenne anche più popolare dopo la vittoria della squadra italiana ai campionati mondiali di calcio svoltisi in Spagna nel 1982. Il campionato stesso diventò il mundial, i suoi vincitori i mondiali; uno di loro, Paolo Rossi, ebbe il soprannome di chico (bambino) de oro o Pablito de oro.

 

golpe

Spagnolo: colpo. Nel giornalismo politico, ricorre spesso in luogo di “colpo di stato”. Il termine ci viene dall’America Latina dove i golpes, generalmente compiuti dai militari, sono una radicata consuetudine.

 

grana

Dal gergo militare e burocratico il termine è passato nel linguaggio comune, designando una seccatura, una questione molesta. Inoltre, dal dialetto lombardo. è entrato nell’uso familiare col senso di “denaro” ma non è un’espressione raffinata. Nel primo caso, l’origine è incerta; nel secondo, è plurale latineggiante di “grano”, moneta del Regno delle Due Sicilie: 10 grana facevano 1 carlino.

 

grato m’è il sonno e più l’esser di sasso

Verso michelangiolesco talvolta citato quando, per il disgusto che suscita il mondo circostante, ci si augurerebbe di essere insensibili come una pietra. Michelangelo lo fa dire alla statua della Notte, da lui scolpita con altre per ornare la tomba di Giuliano dei Medici in San Lorenzo a Firenze, replicando a un ammiratore poeta che invitava i visitatori a destare la figura dormiente, così viva che avrebbe potuto parlare. “No”, dice Michelangelo “di questi tempi (Firenze era minacciata d’assedio) è meglio non vedere la realtà, piena com’è di danno e di vergogna.”

 

gettare il guanto

Sfidare, e raccogliere il guanto significa accettare la sfida. Era antica usanza cavalleresca, di origine germanica, mandare il “guanto della battaglia” per dichiarare la guerra, e lanciare sprezzatamente un guanto in faccia all’avversario per sfidano a duello.

 

 

Se volete contattarci cliccate qui

(Se qualcosa fosse protetta da copyright segnalatecelo e noi provvederemo ad eliminarlo)